Pic. Elena Caldera
Quando qualcuno che ami viene rapito dalla morte
L’ossessione della falce inizia a esser la tua ombra
Come un avvoltoio di aria graffia le tue spalle
Strappando col becco gli occhi della ragione
La morte spietata ti ricorda la sua oscura ossessione
Di gioire vedendo le lacrime scioglierti il cuore.
Pensieri di lame roventi rendono il tuo cervello a brandelli
Perché stai a guardare? Angelo nero dal volto di ossa
Perché hai strappato a me una vita lasciandomi i suoi resti gelidi?
Il suo cuore è rubino di ghiaccio dai battiti di carne impietrita
Una rosa appassita che precipita nel baratro del mortale silenzio
Questo suono del “niente” diventando un tormento ti spacca la mente.
Ti trascini frantumato come sabbia nel deserto del dolore
Un gradino dopo l’altro, verso la scala scivolosa della vita
Arrampicandoti con i macigni dell’angoscia aggrappati all’anima
Lasciando una coda di sangue rosso da ferite interiori aperte
Osservando quella rampa infinita soffocarsi nel buio del nulla
E ti chiedi se mai riuscirai a vedere una fine che non sia di strazio
Solo unicamente di strazio … Infinito dolore e ancora tormento …
Elena Caldera